ROMAGNA DA BERE E...DA MANGIARE/OSTERIA DA VALERIO a Bagnara di Romagna (RA)


Un felice connubio. Nella vita come in cucina. 
Lo racconta Gigi Boschi




Antonella e Valerio davanti alla loro "Osteria" a Bagnara di Romagna (RA)
Sotto, un delizioso piatto ideato da Antonella: Riso Venere con gamberi alla pancetta, avocado e papaya




De Valerio “Tabernae”


di Gigi Boschi


"Come digestivo abbiamo Limoncello e Liquirizia fatti da noi" "Liquirizia, grazie" rispondo deciso.

Ero passato diverse volte da Bagnara però la curiosità di fermarmi a mangiare qualcosa da Valerio veniva meno alla vista del suo cartello luciferino all'imbocco della strada. Ma era Mercoledì e sapevo che avrei trovato pesce, così, sfruttando la possibilità di un comodo parcheggio sono entrato. Il fresco dell'aria condizionata mi mette di buon umore e, guardandomi attorno, noto l'ambiente, praticamente un bar, luminoso, ordinato e diverse persone ai tavoli da osteria. Si avvicina questo ragazzo dagli occhietti mobili ed attenti, il pizzetto a punta, Valerio. Mi indica un posto al tavolo e mi propone subito la mercanzia. Scelgo antipasto misto, risotto alla marinara e trancio di tonno ai ferri con sesamo. "Da bere cosa porto?" fa Valerio "Avete birra alla spina?" chiedo. "Si", "Allora mezzo litro".

Mi rilasso e godo di quella convivialità allargata, sciorinata sui tavoloni con sottopiatti di carta gialla che solo bettole e osterie riescono a tirar fuori. Osservo le portate che mi sfiorano e gli occhi improvvisamente sorridenti dell'avventore che, interrompendo la conversazione, fa cenno alla cameriera. Piatti dall'aspetto inusuale ed invitante da memorizzare per un'eventuale prossima volta.

Arriva l'antipasto accolto in una capiente fiamminga, disposto a regola senza indulgere in astrattismi tanto cari alla "nouvelle cuisine". I sapori sono centrati, precisi ma con innesti imprevisti che mettono alla prova l'immaginazione. Poi, sapori antichi, polenta fritta con aringa, che primeggiano con la loro nobile povertà. Gradisco il tutto sorseggiando la birra, adeguata e corposa.
Ora il risotto, canonico, senza imprevisti, anche nella cottura, abbondantemente guarnito e profumato.
Avevo ordinato il tonno con un pò di apprensione. Spesso il trancio viene cotto malamente e risulta stopposo perdendo gusto, sapidità. Quello che stavo gustando invece, si scioglieva in bocca. Presentato in brevi liste, metteva in luce la perfetta cottura. L'impronta decisa della griglia risaltava in superficie con la spruzzatina di sesamo. Il cuore rosso cupo restituiva gli umori di un mare lontano, tenui ma ricchi di gusto. Davvero ottimo. "Posso parlare con la cuoca?" dico a Valerio che nel frattempo sbarazza il tavolo. Lui mi squadra, originario di Roma, non ha ancora preso le misure della gente di Romagna."C'è qualcosa che non va?" dice sgranando un tantino gli occhi." No no, è solo per complimentarmi" rispondo. Scompare per qualche minuto dietro la porta della cucina per riapparire con una ragazza in grembiule bianco, sorridente, lo sguardo aperto e sincero. "Antonella, la cuoca, mia moglie" recita Valerio compiaciuto.
Antonella con un gustosissimo piatto di fumanti spaghetti alla carbonara
Antonella, giovane azdora emiliana, con la passione per le cucine tipiche che la sostengono ma non la imprigionano in clichè. Alchemica, creativa, simpatica. "Davvero complimenti" la infioro, "un'ottima cucina". Lei si schermisce ma apprezza la mia evidente sincerità. Sollevo a mò di brindisi il bicchierino colmo di liquirizia che si è materializzato sul tavolo e, sorridendo, bevo.


OSTERIA DA VALERIO

Via 2 Giugno, 20/C - BAGNARA DI ROMAGNA (Ra) Tel.339 4570718
Si consiglia di prenotare
www.osteriadavalerio.it


L'AUTORE


Gigi Boschi è nato a Lugo. Ex insegnante, è abilissimo artigiano e scrittore, dalla penna sottile e graffiante, per passione
GLI OSTI
Antonella e Valerio, sono i titolari dell' Osteria da Valerio
Lei emiliana di Sassuolo, lui romano doc: 
  "dè  Roma".
Hanno due figli. Sono nel campo della ristorazione da oltre 15 anni.
Due anni fa hanno rilevato l'Osteria dal Povero Giorgio di Bagnara di Romagna, trasformandola in Osteria da Valerio, luogo di incontro conviviale per tutti gli amanti della cucina interregionale legata al mondo della tradizione.  
*******************************************




OSTERIA LA TRATTORIACCIA: IL GUSTO DELLA MEMORIA


Loretta Baravelli, titolare delll'osteria La Trattoriaccia di Zagonara, con la mamma mentre cucina il suo mitico ragù




L'osteria La Trattoriaccia è a Zagonara, ridente località tra i Comuni di Lugo e Cotignola passata alla storia per essere stata teatro della battaglia che si tenne il 28 luglio 1424 fra le truppe della Repubblica di Firenze e le milizie milanesi di Filippo Maria Visconti. Altro importante riferimento storico che caratterizza questo territorio, è che nel Medioevo qui, come d'altronde in buona parte del Cotignolese, fossero presenti centinai di soldati di ventura. Tra loro il più famoso fu il condottiero Alberico da Barbiano, che a Zagonara pare avesse fissato, in un castello ormai inesistente, la sua dimora. La presenza di mercenari comportava che i luoghi da loro frequentati fossero costellati di osterie, dove, come usava al tempo, “la gente d'armi” andava a gozzovigliare, mangiando e bevendo a dismisura, e, non di rado, scatenandosi in insensate risse all'ultimo sangue. Ancora oggi in questa parte della Romagna capita d'imbattersi in qualche vecchissimo tavolo con incisa nella parte inferiore una fessura al cui interno poter inserire un coltello segreto, in genere affilatissimo, da estrarre repentinamente alla bisogna. E' in questo contesto che si inserisce La Trattoriaccia, la quale diverrà a sua volta una leggenda per le “sanguinose” dispute, ovviamente verbali, che i giovani intellettuali, che sul finire degli anni '70 prenderanno a frequentarla assiduamente, ingaggeranno. Ex circolo Arci, il locale fu rilevato a metà di quegli anni da Massimo Baravelli che lo teneva aperto a tutte le ore, facendolo funzionare sia come bar che come luogo di merenda, oltre che da ristorante. Al tempo, letterati e artisti, specie i più vicini all'ala creativa dei movimenti studenteschi bolognesi, amavano incontrasi per parlare di politica, arte, musica e massimi sistemi in luoghi dove era possibile, tra una chiacchiera e l'altra, fare uno spuntino e bere qualche buon bicchiere di rosso. Da questo punto di vista La Trattoriaccia era un luogo perfetto. La costante presenza nell'osteria di personaggi dell'intellighenzia, locale e non, contribuì a alimentare ulteriormente la leggenda medievale che già aleggiava su Zagonara quale terra di scontri. Corre voce che in quegli anni di gauche, in pochi “giri di vino” nel locale dei Baravelli si siano intrecciati sodalizi culturali e artistici divenuti inossidabili negli anni e che ancora durano, ma anche che si siano consumate in un batter di ciglia antiche amicizie e complicità culturali, di quelle che mai nessuno avrebbe potuto immaginare potessero finire.

Gestito per parecchio tempo da persone esterne alla famiglia Baravelli con il nome di Osteria dei binari, da sei anni il ristorante è tornato in mano alla vecchia proprietà, riprendendo a essere La Trattoriaccia. Attuale titolare è Loretta Baravelli, che si occupa della cucina insieme alla mamma, alla sala e al resto ci pensano il marito, il figlio, i nipoti e l'anziano genitore.

Composta da due salette, rivestite e arredate in un legno che conferisce calore all'ambiente, e da un'ampia veranda che funziona anche in inverno, La Trattoriaccia propone un menù dai sapori antichi del “tutto fatto in casa” romagnolo. Tra i primi piatti insuperabili i cappelletti e le tagliatelle al ragù preparati rigorosamente a mano. Ottimi, e anche questi fatti a mano, i cappellacci di ricotta al burro e salvia.




Eccellenti, tra i secondi a base di carne, la grigliata mista, il castrato e gli arrosti di coniglio e di faraona. Queste ultime due pietanze, però, si possono gustare solo in alcuni giorni della settimana. Tra i contorni molto buone le verdure pastellate e alla griglia. Dalle sapienti mani delle due 'arzdore ai fornelli, esce poi una delle migliori piadine romagnole oggi in circolazione, puntualmente presente nel cestino del pane. Numero uno tra i dessert, la zuppa inglese con i savoiardi intrisi di alchermes con crema bianca e al cacao disposta a strati alterni, come facevano una volta le nonne.

Chi ama la pizza può trovarne qui di ottime, ma solo alla sera, tutte caratterizzate da un impasto fragrante e da un sapore casereccio di altri tempi.

Quanto ai vini, oltre a discreti Trebbiano e Sangiovese sfusi, si segnalano l'ottimo Sangiovese superiore Rocca di Ribano della Spalletti e un barricato della cantina Taroni di Castelbolognese.

Il prezzo di un pasto completo supera difficilmente i 20,00 euro, acqua e vino compresi.

Indirizzo: Via Zagonara n.27 Cotignola ( RA)

Numero di telefono: 0545. 23701

Orari: pranzo h. 12,00 – 14,00 cena h. 19,00 – 22,00

Chiuso il Lunedì.


NB: Versione integrale di un testo pubblicato a mia firma sul settimanale Settesere del 5 maggio 2012

2 commenti: